giovedì 8 novembre 2007

Il muro...


...lascia qui i tuoi pensieri !!!

7 commenti:

by ars ha detto...

Corpo di donna...
Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.
Il mio corpo di rude contadino ti scava
e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.
Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un'arma,
come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.
Ma viene l'ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d'assenza!
Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!
Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
e la fatica rimane, e il dolore infinito.

Pablo Neruda

Anonimo ha detto...

il desiderio di ognuno è di essere riconosciuto per ciò che è e per ciò che può divenire ma la maggior parte delle identità richiede, a torto o a ragione,la presenza di un altro, nell'ambito dei rapporti col quale si attua l'identità dell'io.La donna ha bisogno del figlio che le conferisca la sua identità di madre;l'uomo ha bisogno di una moglie per essere marito;un amante, senza la persona amata, è solo un amante potenziale e così via...questa è la fonte della nostra strategia o della nostra commedia, a seconda dei punti di vista.Ma il senso di futilità, che a volte provo, insorge anche quando mi calo nei miei atti, nelle mie interiori ricerche e mi sembra che esse abbiano una certa rilevanza, mentre non hanno in realtà un corrispondente riconoscimento da parte di altri o i risultati si dimostrano inferiori alla misura del mio impegno. Mi disturba, allora, il mio essere al contempo sia DATORE che RICEVENTE, il mio rimanere fine a me stessa, senza porre nulla agli altri.Gli altri... già...possono essere fatali...Allora occorre lavorare sulla propria cosapevolezza, conoscenza e autostima... ma forse non basta una vita intera...Vorrei riportare in proposito una frase di T.S.Eliot: " Non finiremo mai di esplorare e alla fine di tutto il nostro esplorare ritorneremo al punto da cui siamo partiti e conosceremo quel posto per la prima volta. "

Anonimo ha detto...

Quelle carezze nel buio ridestano assaporate tenerezze. Da grumi di raggelato pianto stillano lacrime di dolcezza. Splende la notte.

Anonimo ha detto...

Quando spaccato il tempo e in un crepaccio di nulla qualche appiglio cercherai e nelle mani stringerai il vento, il "vento della Storia",...dirai se ancora una parvenza d'ironia ti sarà data di trovare al fondo di quello smarrimento dell' In-vano del tuo stesso indicibile tormento...

by ars ha detto...

gli anni si susseguono uno dopo l’altro, il tempo a volte sembra quasi che voli, che ti passi accanto silenzioso; ma è proprio in quel silenzio che il tempo ti parla, ti parla in modo che tu non riesci a percepirne il suono, ti parla in modo incomprensibile, perché non riesci a collocare quell’avvenimento in quel momento storico della tua vita. Eppure ti garantisco, che prima o poi, la vita ti risponde. La vita risponde sempre ai mille perché; la vita risponde sempre, perché la vita è un impegno, un impegno che non ha mai fine. Qualcuno mi dice sempre “non vi è sosta se non in cima”… sarà pur vero, ma non è importante arrivare in cima, importante è vivere la scalata per arrivarci, perché è lì che si nasconde la felicità.

Anonimo ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con te... anche se la parola "felicità" è molto grossa e spesso se ne abusa.La mia opinione è che non c'è niente di più negativo che restare impigliati nella rete delle abitudini, anche interiori, che chiude ogni via di crescita.Penso che uno degli avvenimenti più importanti che può accadere ad un individuo, e che in apparenza lascia tutto come prima, sia il rendersi conto di "lasciarsi vivere".Allora si decide di prendere in mano le proprie sorti, di vivere in modo attivo, nel presente.Tutto ciò che succede ci appare, così, necessario, ci deve insegnare qualcosa, qualcosa che dobbiamo capire;se ci rifiutiammo di apprendere quelle lezioni, ci ritroviamo impelagati in situazioni analoghe, come lo studente che deve ripetere l'anno.Vengono a cambiare, cioè, "soltanto" la prospettiva e il livello di coscienza, ma è un ribaltamento di enorme portata.Penso a Dante, a quando dice di ritrovarsi" in una selva oscura".Da sempre siamo nella selva oscura del nostro caos interiore, ma solo ad un certo punto della vita,"nel mezzo del cammin",ce ne rendiamo conto ed è l'inizio di un'avventura.Dante insegna.La vita insegna.

Anonimo ha detto...

Al mondo ci sono due categorie di persone:i furbi e i meno furbi.Io credo di far parte della seconda...